Manifesto

La Collettiva nasce da un gruppo di persone che, condividendo esperienze simili – nel doversi rapportare quotidianamente con un mondo costruito per espellere ciò che diverge dai canoni e dai valori maggiormente diffusi –, hanno sentito e sentono l’esigenza di creare uno spazio (virtuale e non) attraversato (e attraversabile) da persone neurodivergenti e queer.

Vogliamo che questo “spazio” sia politicamente orientato, questo perché crediamo che è solo partendo da una critica radicale alle strutture che sorreggono e legittimano i modelli in cui noi non ci riconosciamo – e contro cui vogliamo lottare – che possiamo trasformare questi stessi modelli. Di conseguenza, ci riconosciamo e facciamo nostri i valori di antifascismo, antisessismo, anticapitalismo, antiabilismo e transfemminismo intersezionale.

Le principali attività in cui abbiamo deciso di impegnarci – in quanto collettiva e agendo quindi in maniera autogestita e auto-organizzata anche in base alle nostre possibilità e ai nostri limiti – sono:

  • La creazione di un gruppo di automutuoaiuto nell’ottica di provare a venirci incontro e fare rete, in controtendenza rispetto ai principi atomizzanti della società neoliberista, dove la persona “competente” è quella che si rivolge in maniera efficace al “servizio” – accontentandosi di ciò che il servizio può offrire – e per il resto provvede da sé al proprio benessere. In questo senso l’automutuoaiuto può essere definito come atto politico. L’obiettivo che ci poniamo è quello di creare una rete all’interno della quale le nostre forze possano essere d’aiuto alle debolezze dell* nostr* compagn* nella vita di tutti i giorni.
  • Attività di informazione/formazione presso spazi occupati e autogestiti – o, in generale, con i quali condividiamo pensieri e idee – sulle tematiche di accessibilità e inclusività: cosa significa poter attraversare uno spazio per soggettività neurodiverse. Uno degli obiettivi che ci poniamo è quello di progettare spazi safe e attraversabili da soggettività “non conformi”, sia alle serate (nella forma di stanza di decompressione) che durante determinate occasioni “di piazza” (come già sperimentato in occasione della Freek Pride del 2022). La volontà è quella di far sì che l’accessibilità diventi una pratica interna agli spazi stessi. Negli spazi safe che proveremo a costruire insieme – oltre a tappi, acqua, stim toys, cibo…– si metterà anche a disposizione materiale informativo da noi prodotto e riguardante la gestione di meltdown, shutdown, attacchi di panico, stati d’ansia e altri episodi di crisi. Si tratta di esperienze che, in alcune forme, possono essere vissute in prima persona anche da chi non è neurodivergente ma che spesso vengono affrontate in modalità che, anche involontariamente, finiscono per diventare violente nei confronti della persona in stato di difficoltà.
  • Attività di autoformazione e consapevolezza riguardo a determinate tematiche politiche e sociali che toccano in particolare la neurodivergenza ma anche, ampliando il campo, la gestione delle emergenze psichiatriche e dei cosiddetti “disturbi”, la funzione del dispositivo ospedaliero, il ruolo della diagnosi…
  • Raccolta, stesura e collettivizzazione di risorse e informazioni. L’obiettivo è quello di creare insieme, basandoci sulle nostre esperienze dirette, una mappatura di terapeuti, psichiatri, CSM (Centri di Salute Mentale), ospedali. Informazioni e materiale raccolto riguarderà anche autodiagnosi e procedure complesse per accedere a determinati servizi pubblici (104, agevolazioni sanitarie…).

Hai qualche domanda? Scrivici su neuroqueer@autistiche.org